Una malattia è definita “rara” quando colpisce meno di 5 persone su 10.000. Le malattie genetiche che coinvolgono il sistema scheletrico rappresentano una parte considerevole delle malattie rare riconosciute: al momento sono state inquadrate quasi 400 diverse forme di patologie scheletriche.

Recentemente, la maggior conoscenza dei meccanismi che regolano il metabolismo osseo ha permesso di classificare le malattie rare scheletriche basandosi sul loro meccanismo patogenetico metabolico.

Ad oggi, le malattie rare scheletriche sono diagnosticate principalmente in base alle loro manifestazioni cliniche e ai risultati delle indagini radiografiche, anche se rimangono molto difficili da inquadrare e da curare, vista la loro varietà.

Molto importante è quindi l’identificazione delle forme genetiche attraverso il test genetico. Il test viene proposto nei casi in cui vi sia il sospetto di una delle patologie genetiche elencate di seguito, o in caso di altre forme già in atto.

La scelta di sottoporsi al test genetico, che viene eseguito mediante prelievo di sangue venoso, deve essere effettuata in maniera autonoma e consapevole, dopo aver ricevuto le necessarie informazioni sulla malattia e sul rischio di svilupparla, sull’indagine genetica e sulle possibilità preventive e terapeutiche disponibili.

Purtroppo per la maggior parte di queste patologie non esiste una terapia mirata, e la scelta terapeutica è limitata ai farmaci attualmente in commercio per l’osteoporosi.

Attualmente la ricerca svolge un ruolo fondamentale, infatti solo grazie a questa sono stati individuati alcuni farmaci che hanno ricevuto l’approvazione per la commercializzazione.

 

  • Angiomatosi ossee

L’angiomatosi ossea è una malattia rara caratterizzata da angiomi a carico delle ossa, spesso associati ad angiomi viscerali. Vi sono due tipi di angiomatosi: l’angiomatosi diffusa policistica e l’angiomatosi diffusa cistica delle ossa, accompagnata da scomparsa progressiva dell’osso (osso fantasma – Sindrome di Gorham- Stout).

  • Calcinosi tumorale

La calcinosi tumorale è un’anomalia del metabolismo calcio-fosforo, che si manifesta prevalentemente in età giovanile. È caratterizzata dalla presenza di masse calcifiche nelle regioni periarticolari (anche, gomiti, caviglie e scapole), in assenza di un interessamento articolare. Dal punto di vista istologico, le lesioni mostrano la necrobiosi del collagene, seguita dalla formazione di cisti e da una reazione da corpo estraneo con calcificazione.

  • Displasia fibrosa dell’osso

La displasia fibrosa dell’osso è una malattia scheletrica benigna congenita, nella quale l’osso viene sostituito da un tessuto similfibroso con osteogenesi precoce. Le lesioni ossee sono mono- o poliostotiche e possono associarsi a dolore e fragilità ossea. La diagnosi si basa sull’imaging e, quando necessario, sull’esame istologico. L’approccio terapeutico tipico è sintomatico (analgesici) e ortopedico (prevenzione e trattamento delle complicazioni scheletriche). L’uso di bisfosfonati, in questo caso il pamidronato, può alleviare i dolori ossei e aumenta progressivamente la mineralizzazione nelle aree osteolitiche. Spesso questi pazienti devono esser anche trattati con supplementazione di fosfato e calcitriolo per le anomalie del riassorbimento tubulare del fosfato.

  • La sindrome di McCune-Albright (SMA)

Si tratta di una malattia rara definita da tre segni clinici: displasia fibrosa delle ossa (DF), macchie color caffelatte, pubertà precoce (PP). La DF può interessare sedi scheletriche uniche o multiple e si manifesta con un’andatura zoppicante e/o dolore e occasionalmente con una frattura patologica. La scoliosi è comune e può essere progressiva. Possono presentarsi altre endocrinopatie da iperfunzione, come l’ipertiroidismo, l’iperincrezione dell’ormone della crescita, la sindrome di Cushing e la perdita di fosfato con le urine. Le macchie della pelle color caffelatte insorgono di solito nel periodo neonatale, ma sono soprattutto la pubertà precoce e la displasia fibrosa delle ossa a richiamare l’attenzione del medico. È stato osservato un coinvolgimento renale in circa il 50% delle persone affette da SMA. La diagnosi di SMA si basa di solito su criteri clinici. Le radiografie normali spesso non sono sufficienti per la diagnosi, ma è necessaria la conferma bioptica delle lesioni. Il trattamento dipende dai tessuti interessati e dalla gravità del loro coinvolgimento: possono essere indicati interventi chirurgici per il trattamento delle anomalie scheletriche, terapie farmacologiche per le eventuali endocrinopatie associate, ed esercizi fisici di rafforzamento per mantenere la muscolatura sovrastante l’osso affetto da displasia fibrosa e minimizzare il rischio di fratture. La degenerazione maligna delle lesioni da displasia fibrosa riguarda probabilmente meno dell’1% dei pazienti.

  • La fibrodisplasia ossificante progressiva (FOP)

Si tratta di una malattia ereditaria gravemente disabilitante, che interessa il tessuto connettivo. È caratterizzata da malformazioni congenite degli alluci e da un’ossificazione eterotopica progressiva, con la formazione di osso qualitativamente normale in siti extrascheletrici caratteristici. Durante la prima decade di vita, possono insorgere episodi sporadici con tumefazioni (riacutizzazioni) dolorose a livello dei tessuti molli, spesso dovute a lesioni, iniezioni intramuscolari, infezioni virali, stretching muscolare, cadute o affaticamento. Queste riacutizzazioni trasformano i muscoli scheletrici, i tendini, i legamenti, le fasce e le aponeurosi in osso, rendendo impossibile il movimento. Al momento non esiste un trattamento definitivo. La somministrazione di corticosteroidi ad alto dosaggio, entro le prime 24 ore successive alla riacutizzazione, può ridurre l’infiammazione acuta e l’edema tissutale osservati nei primi stadi della malattia. La prevenzione si basa sulla messa in opera di interventi finalizzati a ridurre le cadute (miglioramento della sicurezza in casa, uso di un casco protettivo), ad impedire il declino respiratorio (spirometria incentiva) e le infezioni virali.

  • Ipofosfatasia

L’Ipofosfatasia è una malattia rara che colpisce un nato su 300.000 e che si manifesta con un difetto di mineralizzazione delle ossa e dei denti dovuto a un deficit dell’attività della fosfatasi alcalina sierica e ossea. Presenta forme molto varie, dalle più gravi, che provocano morte neonatale per la mancata mineralizzazione delle ossa, alle più lievi, che appaiono con il progredire dell’età, e che colpiscono in genere i denti. Tra questi due estremi gli specialisti hanno individuato sei gradi diversi della malattia, che provocano disturbi spesso altamente invalidanti a carico del sistema scheletrico.

  • Malattia di Camurati Engelmann

Si manifesta con una produzione eccessiva di tessuto osseo nelle ossa lunghe, nel cranio, nel bacino e nella colonna vertebrale. È una displasia ossea rara, clinicamente variabile, caratterizzata da iperostosi delle ossa lunghe, del cranio, della colonna vertebrale e del bacino, associata a dolore intenso agli arti, andatura ondeggiante a base larga, contratture articolari, debolezza muscolare e facilità all’affaticamento.

  • Mastocitosi

Questa patologia consiste nell’infiltrazione mastocitaria a livello della cute o di altri organi e tessuti. I sintomi derivano principalmente dal rilascio di mediatori e comprendono prurito, rossore e dispepsia, dovuta a ipersecrezione gastrica. La diagnosi viene posta mediante biopsia cutanea o midollare o con entrambe. La terapia si basa su antistaminici e sul controllo di ogni disturbo correlato.

  • Osteogenesi imperfetta

L’osteogenesi imperfetta è una malattia ereditaria del collagene che causa una diffusa anormale fragilità delle ossa ed è a volte associata ad ipoacusia neurosensoriale, sclere blu, dentinogenesi imperfetta e ipermobilità articolare. La diagnosi è generalmente clinica. Ne esistono varie forme. Il trattamento comprende l’ormone della crescita, per alcuni tipi, e bifosfonati.

  • Osteopetrosi

Il termine osteopetrosi (malattia delle “ossa di marmo”) descrive un gruppo di malattie rare ereditarie dello scheletro, caratterizzate da un aumento della densità ossea sulle radiografie, causata da un difetto dello sviluppo o della funzione degli osteoclasti. La diagnosi si basa sulla valutazione clinica e radiografica e può essere confermata dall’analisi genetica. Il trattamento delle osteopetrosi è in larga misura sintomatico, anche se nelle forme più gravi viene utilizzato il trapianto di cellule staminali ematopoietiche con perdita di midollo osseo

  • Rachitismi congeniti

Il rachitismo ipofosfatemico è una malattia caratterizzata da ipofosfatemia, deficit nel riassorbimento intestinale di calcio e rachitismo o osteomalacia che non rispondono alla vitamina D. Di solito è ereditario. I sintomi includono dolore osseo, fratture ed anomalie nello sviluppo. La diagnosi è formulata mediante i livelli sierici di fosfato, di fosfatasi alcalina e di 1,25-diidrossivitamina D3. Il trattamento consiste nella somministrazione orale di fosfato più calcitriolo; il burosumab viene somministrato per l’ipofosfatemia legata all’X.

Associazioni pazienti:

-Associazione Per i Pazienti affetti da Ipoparatiroidismo (APPI):  https://www.associazioneappi.it/

-Associazione Italiana dei Pazienti con Disordini Rari del Metabolismo del Fosfato (AIFOSF): https://www.aifosf.it/

-Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta (ASITOI): http://www.asitoi.it/nuovo/ Federazione associazioni europee per l’OI (OIFE)

-Associazione Europea Amici della Sindrome di Mc Cune-Albright (EAMAS) : www.eamas.net

-Associazione Italiana Mastocitosi ONLUS (ASIMAS): https://www.asimas.it/home/home.htm

-A.C.A.R. Onlus-Esostosi Multipla, Sindrome di Maffucci (RM): https://www.malattierarepiemonte.it/struttura-dettaglio.asp?IDS=8

-LGD Alliance Europe: lymphangiomatosis and Gorham’s disease: https://www.lgdalliance-europe.org/